Il Presepe Vivente di Custonaci

Nella grotta Mangiapane, situata in zona Scurati piccolo borgo che dista pochi chilometri dal centro urbano di Custonaci, si realizza il Museo Vivente, costituito da case disseminate a ridosso di pareti rocciose, caratterizzate dalla presenza di numerose cavità naturali. La più grande di queste è proprio la grotta Mangiapane (alta circa 84 metri, larga 13 e profonda 60) che riprende il nome del nucleo famigliare che vi s'insediò nel 1819 e vi rimase sino alla fine dell'ultima grande guerra.
E' un caratteristico villaggio di pastori, fatto da piccole abitazioni rurali addossate direttamente alla parete della cavità, si presta per la messa in scena del Museo Vivente di Custonaci. Ogni aspetto dell'evento museografico viene curato nei minimi particolari da parte dei componenti dell'associazione omonima che lo cura, al fine di rendere sempre più reale la rievocazione della vita quotidiana di un tempo.
Spesso ad esempi ci si trova dinnanzi a fedeli ricostruzioni di botteghe artigiane in cui vengono rappresentati, attraverso l'utilizzo di utensili d'epoca, gli antichi mestieti ormai quasi del tutto scomparsi.
Siamo arrivati alla 30esima edizione, la rappresentazione è diventata uno degli eventi di maggiore richiamo turistico della provincia di Trapani. Visitare oggi questo museo a cielo aperto significa entrare in una galleria del tempo e respirare l'atmosfera di una Sicilia ormai scomparsa e che non merita di essere cancellata.
La data di inizio di questa manifestazione è il 1983, dove fin da subito venne data particolarmente attenzione alla rievocazione della vita agro-pastorale ed artigianale nelle campagne ericine alla fine dell'800.
La popolazione di Custonaci si attivò immediatamente per trovare il vestiario, gli utensili dei propri avi ed iniziò a lavorare con grande entusiasmo per il recupero del piccolo borgo ormai in stato di totale abbandono.
In seguito la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Trapani impose un vincolo di inedificabilità e di controllo sulla grotta Mangiapane, consentendo il ripreistino delle prime stanze, del lastricato centrale e dei muretti a secco esterni al borgo.
La manifestazione pone risalto a diversi mestieri ormai quasi abbandonati, un viaggio nel tempo che ricostruisce con naturalezza le scende quella quotidianeità domestica e produttiva del passato e che tutela la tradizione e la cultura siciliana. Tra i mestieri possiamo riconoscere:
- U' crivaru, puliva il grano attraverso un grande setaccio, chiamato appunto crivu, che aveva una forma circolare e munito di una rete a maglio più o meno larga, che permetteva il passaggio solo dei chicchi.
- U' cannizzaru, costruisce i cannizzi, silos di canna, utilizzati per la conservazione del frumento. Per la costruzione si usavano le canne di fiume appositamente raccolte, lasciate essiccare ed opportunamente pulite.
- U' firraru, il fabbro nella sua officina realizza vari oggetti e attrezzi di lavoro utilizzando incudine e martello.
- U' conza piatta e lemma, si occupa di riparare piatti rotti e dei lemma, contenitori simili alle nostre zuppiere, che venivano recuperati con l'utilizzo di particolari colle ricavate da resine naturali oppure dando dei punti di metallo per ridare unità ai cocci.
- U' strazzunaru, realizza vasi, recipienti e giarre, ma fabbrica anche mattonni, cannalate e ciaramiri. Lavora in un luogo chiamato stazzuni, da dove si estraeva la creta direttamente dal suolo circostante.
- U' carraduri, costruisce i caratteristici carretti siciliani, ormai simbolo della nostra Sicilia
- U' campanaru, realizza mulignia, campane per gli armenti.
- U' scarparu, costruisce e ripara le calzature
- U' vardaru, costruisce selle e finimenti per tirare a traino i carretti.
Potete visitare questa rappresentazione nel periodo delle feste natalizie, di solito trovate aperto fino a dopo la befana.
Commenti
dovevo andarci il 4 -01 -2012
ci sono stata 3 anni fa è
uno dei più belli presepi che
si può visitare fino al
ci sono stato, è veramente
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